sabato 14 luglio 2007

Digestive Disease Week: le novità sulla malattia da reflusso gastroesofageo

1) EpidemiologiaUna revisione sistematica di 29 studi, che hanno valutato la prevalenza o l’incidenza di MRGE ( malattia da reflusso gastroesofageo ) nei pazienti con asma, o quella dell’asma nei pazienti con MRGE, ha mostrato che i pazienti con asma presentano un rischio maggiore di sviluppare malattia da reflusso gastroesofageo. Tuttavia rimane da chiarire se la MRGE possa precedere l’insorgenza di asma.L’analisi dei risultati di un’indagine di ampie dimensioni ha mostrato che i soggetti che presentavano sintomi di MRGE presentavano numerosi disturbi concomitanti ed una minore produttività, legata a motivi di salute, sul lavoro e nello svolgimento delle attività quotidiane, rispetto ai soggetti della stessa età e dello stesso sesso, non affetti da MRGE.2) Patogenesi E’ stato osservato che l’espressione di un gruppo di geni associati alla riparazione della mucosa risulta aumentata nei casi di MRGE, ma ridotta dalla presenza di acido.I pazienti con NERD ( reflusso non erosivo ) hanno mostrato una minore espressione delle proteine di ancoraggio ( desmogleina 1 e g-catenina ) nei desmosomi e nelle giunzioni di aderenza, indicando una diminuita funzione di barriera, rispetto ai volontari sani ed ai pazienti con ERD ( esofagite da reflusso ).E’ stata riscontrata una diversa espressione della proteina delle giunzioni strette claudina-1 nei pazienti affetti da esofagite da reflusso e reflusso non-erosivo.E’ stato anche ipotizzato che in presenza di una mucosa normale, la funzione di barriera possa essere compromessa da un’aumentata presenza di acido, oppure la funzione della mucosa possa essere alterata dalle pepsine che distruggono le adesioni intercellulari. Evidenze sperimentali nel ratto hanno mostrato come soluzioni debolmente acide, in presenza di pepsina ed acido taurodesossicolico, inducano una dilatazione dello spazio intercellulare ed aumentino la permeabilità della barriera della mucosa senza danni macroscopici alla mucosa esofagea.Alla base dell’insorgenza di pirosi nei pazienti con NERD potrebbe esserci sia un aumentato rilascio di sostanza P sia l’espressione del recettore NK1R, associata all’attivazione dei nocicettori quali TRPV1 e PAR2. 3) Ricerca clinicaE’ stato studiato il ruolo dell’obesità nella patogenesi della malattia da reflusso gastroesofageo, ed è stata dimostrata una correlazione tra l’indice BMI ( Indice di Massa Corporea ) e l’aumentata frequenza di rilassamento transitorio dello sfintere esofageo inferiore ed aumentata esposizione esofagea agli acidi.E’ stato osservato che la terapia estrogenica postmenopausale aumenta i sintomi di reflusso.Secondo alcuni studi, la Clorimipramina aumenta il rischio di esofagite da reflusso.Uno studio ha dimostrato che la privazione del sonno aumenta la gravità dei sintomi nei pazienti affetti da malattia da reflusso.Già in precedenza era stato riscontrata la possibile presenza di bile nel refluito. E’ stato dimostrato per la prima volta un incremento graduale nel tempo della bilirubina nella tasca acida postprandiale.E’ stata dimostrata un’aumentata sensibilità all’infusione acida nei pazienti con NERD, rispetto ai pazienti con ERD e a volontari sani, e l’infusione prossimale ha generato più dolore rispetto a quella distale solo nei pazienti con NERD. L’aumentata sensibilità si è rivelata più pronunciata nei pazienti con NERD e con pH-metria normale.La maggiori parte (75%) dei pazienti con dolore toracico ha evidenziato un’aumentata sensibilità alla pletismografia ad impedenza.Il test di distensione con pallone esofageo è stato proposto come utile strumento nella valutazione diagnostica di questi pazienti.Uno studio su 20 pazienti ha mostrato che l’estensione prossimale, la posizione eretta, un breve tempo di clearance del bolo, una ridotta esposizione cumulativa del bolo, e la presenza di almeno 1 episodio di reflusso acido entro 1 ora dagli episodi di reflusso, rappresentano fattori predittivi indipendenti dell’insorgenza dei sintomi.Un pH al nadir

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