sabato 14 luglio 2007

Migliore il controllo della sintomatologia da GERD

Un studio ancora in corso, dai risultati non definitivi

Il grado di soddisfazione dei pazienti affetti da malattia da reflusso gastroesofageo (GERD, gastroesophageal reflux disease) sarebbe significativamente maggiore successivamente a un intervento chirurgico per via laparoscopica, rispetto a quello in corso di terapia con inibitori della pompa protonica (IPP).
Il Dott. Michael Anvari e coll. (McMaster University di Hamilton, Ontario, Canada) hanno randomizzato 104 pazienti affetti da GERD (età media 42 anni) a un intervento di fundoplicatio secondo Nissen per via laparoscopica o a un trattamento ottimale con IPP. I ricercatori, nel corso della Digestive Disease Week 2006, hanno riferito di aver ottenuto risultati nettamente migliori nei pazienti del primo gruppo.
I criteri di arruolamento allo studio prevedevano la presenza di GERD da almeno 2 anni, il trattamento con IPP per almeno un anno con un soddisfacente controllo della sintomatologia (definito da un punteggio <18>4% off-therapy.
Prima della randomizzazione i pazienti avevano sospeso l’assunzione di tutti i farmaci. Il punteggio iniziale al Global Rating Scale (GRS) era approssimativamente di 82, quello al GERD score attorno a 30 e la percentuale di reflusso nelle 24 ore del 10% circa, per tutti i pazienti che avevano sospeso la terapia.
Nel corso del follow-up si sono persi 6 pazienti. A distanza di un anno, i soggetti in terapia ottimale con IPP avevano un punteggio medio di 73,3 al GRS score, un GERD score di 12,82 e un reflusso gastrico del 5,44%. I valori corrispondenti nei pazienti sottoposti a intervento erano 90,2, 8,46 e 1,50%.
Il Dott. Anvari ha riconosciuto che i dati riferiti dai pazienti rappresentano un’informazione soggettiva, ma ha detto di “dubitare che un effetto placebo possa durare diversi anni”. Ha inoltre affermato che la procedura chirurgica possiede una scarsa morbilità, ma che necessita di una “curva di apprendimento”. Nel suo Centro, tuttavia, “il buon successo della metodica sta diventando sempre meno operatore-dipendente”.
Quattordici dei pazienti sottoposti a intervento sono andati incontro a recidiva, agevolmente controllata riprendendo il trattamento farmacologico con IPP."Sono dati provvisori, lo studio è ancora in corso" ha infine ricordato alla platea il Dott. Anvari. "ed è troppo presto per trarre conclusioni a lungo termine relative a un approccio terapeutico piuttosto che all’altro".

Link: http://www.congressomedico.it/congressi/2006/ddw/23_mag_art_4.asp

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